Agnelli…. non lupi

Come un granello di senape

                 Come un granello di senape

Dall’omelia del Cardinale Comastri, 4 febbraio 2007

Don Andrea era felice perché stava gettando lì semi di amore. «Un’altra volta – racconta ancora – sono entrate due ragazze. “Padre mi riconosce?”, mi fa una. Certo, rispondo, e lei: “Lei una volta mi ha detto che Gesù non ha mai usato la spada, è così?”. Sì, è così. E la ragazza: “Maometto la usava, è vero, ma solo come ultima possibilità”».
Don Andrea risponde: “Gesù neanche come ultima possibilità:
ci ha detto vi mando come agnelli in mezzo ai lupi e lui stesso si è fatto agnello per guadagnare i lupi. Se contro la violenza usi la violenza la raddoppi, male più male fa doppio male. Ci vuole il doppio bene per arginare il male; se scoppia un incendio che fai butti legna?”. La ragazza risponde: “No, acqua!”. Così commenta don Andrea:

Ecco, appunto, ma non è facile questo, però è il Vangelo. Nelle
mani di Gesù non c’è la spada ma la croce. Mi ha seguito
attenta ma frastornata. Perché mi meraviglio? Quanti cristiani
sono non solo frastornati ma neppure guardano più la croce,
non colgono più la sapienza, la forza, la vittoria della croce;
si sono convertiti alla spada, nella vita pubblica e in quella
privata. Se lo fa un musulmano, in fondo, non è strano,
segue il suo fondatore; ma se lo fa un cristiano, non segue più
il suo fondatore, anche se ha croci da ogni parte, al collo, in
casa, e su ogni campanile.

E questa ultima lettera termina con parole che a mio giudizio sono il suo testamento. Ve le leggo con la stessa emozione con cui le ho lette la prima volta:
Il vantaggio di noi cristiani sapete dove sta? Nel credere in
un Dio inerme, in un Cristo che invita ad amare i nemici: questo
è il vantaggio dei cristiani. Il vantaggio sta nel servire per
essere signori della casa, nel farsi ultimi per essere primi. Il
nostro vantaggio sta in un Vangelo che proibisce l’odio, l’ira,
il giudizio, il dominio; il nostro vantaggio sta in un Dio che
si fa agnello e si lascia colpire per uccidere in sé l’orgoglio e
l’odio; il nostro vantaggio sta in un Dio che attira con l’amore
e non domina con il potere. È un vantaggio da non perdere,
è un vantaggio che può sembrare svantaggioso e perdente,
e lo è agli occhi del mondo, ma è vittorioso agli occhi di Dio
e capace di conquistare il cuore del mondo.
Diceva san Giovanni Crisostomo, che fu patriarca di Costantinopoli
«Cristo pasce agnelli e non lupi, se ci faremo agnelli
vinceremo, se ci faremo lupi perderemo».

È la vita di don Andrea: si è fatto agnello; per questo appartiene al gruppo dei vincitori.
«Non è facile, come non è facile la croce di Cristo», continua:

sempre tentata dal fascino della spada, ed ecco le domande
che io vi lascio. Ci sarà chi voglia regalare al mondo la presenza
di questo Cristo? Ci sarà chi voglia essere presente in
questo mondo mediorientale semplicemente come cristiano,
come sale nella minestra, lievito nella pasta, luce nella stanza,
finestra tra muri innalzati, ponte tra rive opposte, offerta
di riconciliazione? Ci sarà? Ci sarà? Molti ci sono ma di molti
di più c’è bisogno; il mio è un invito oltre che una riflessione:
venite! Venite vuol dire, innanzitutto, fatevi cristiani
sul serio, facciamoci cristiani sul serio: il mondo brucia di
odio, noi dobbiamo farlo bruciare di amore.

È la nostra missione! Don Andrea ce l’ha ricordata, ce l’ha gridata con il suo sangue: ascoltiamola!
Sia lodato Gesù Cristo.

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