… Perché non cominci tu?
Papa Francesco oggi nella preghiera dell’Angelus, riferendosi al Vangelo del giorno (con riferimento alla guerra e agli sforzi per realizzare la pace) ha detto: “…non aspettare che comincino gli altri… perché seguire Gesù significa sbilanciarsi… Questo mi ha richiamato alla mente la lettera di don Andrea del gennaio 2002 in cui raccontando un episodio capitato nella classe che frequentava per imparare la lingua turca così scrive:
“… Quando si ha paura dell’altro allora è l’intolleranza, l’odio e la guerra… Bisogna cambiare atteggiamento, dicevo [io]. «Ma l’altro mi rifiuta e non mi vuole!» diceva una ragazza. «E tu invece lo accetti» dicevo io: «tu mi rifiuti e io ti rispetto. Tu mi odi e io ti amo. Tu non mi vuoi bene e io continuo ad amarti!». Una ragazza seguiva attenta e diceva sì con gli occhi. Ma è difficile, diceva la prima ragazza. È molto difficile, dicevo io, è la cosa più difficile. Ma bisogna che qualcuno cominci, altrimenti il cerchio non si rompe. «Ma l’altro mi ammazza!» [dice ancora la ragazza]… <<Qualcuno deve cominciare, continuavo io, chi comincerà? Se ognuno aspetta che sia l’altro… La ragazza mi guarda e mi fa: «qualcuno deve cominciare, tu dici. Perché non cominci tu?». A questo punto mi sono sentito gettare dentro, nel più profondo di me, il vangelo e ho sentito che mi toccava in prima persona: “perché non cominci tu?”. Il Medio Oriente non c’era più e neppure la classe. C’ero soltanto io….
Prima della politica, degli interessi, dell’economia e della stessa religione c’è il problema umano e spirituale delle persone: conoscersi, accogliersi, incontrarsi, parlarsi, rispettarsi, amarsi, prendersi sul serio, donarsi qualcosa, donare se stessi….
Vi saluto riproponendovi le parole della ragazza: «perché non cominci tu?».