L’anima di un sacerdote

Buongiorno, mi chiamo Giuseppe,
sono un prete della diocesi di Brescia. Ho 50 anni e sono prete da 20 e da 5 anni sono parroco di quattro piccole comunità. Ho conosciuto don Andrea dopo il suo martirio e da quel 5 febbraio 2006 è stato un mio compagno di viaggio.
Avevo scritto al parroco della sua ultima parrocchia romana e mi inviò la foto ricordo di d. Andrea con Giovanni Paolo II che ho nel mio studio e conservo come una reliquia.
Penso di aver letto tutti i libri su d. Andrea e di d. Andrea; ultimamente una mia amica mi ha regalato il volume L’anima di un pastore: un testo, per me, molto importante che mi aiuta nel mio ministero.

Ho ancora impressa nel cuore e nelle orecchie una frase che ripeto spesso e che per me è stata la folgorazione che mi ha portato a capire e a voler conoscere meglio d. Andrea; questa frase fu pronunciata nell’omelia dei funerali dal card. Ruini:

D. Andrea è finito così, perché ha preso
tremendamente sul serio Gesù Cristo
”.

Veramente, ancora oggi questa affermazione mi fa venire i brividi… è l’apice della vita di un Cristiano, di un uomo e di un prete.

Non vorrei annoiarvi e dilungarmi troppo, ma vorrei dire che per me d. Andrea è, oltre che un protettore, un martire, anche un amico a cui spesso parlo e a cui spesso chiedo aiuto, perché, come lui, pure io mi reputo un cercatore di Dio e un prete in ricerca della volontà di Dio su di lui e ciò che mi dà tanta serenità in questa ricerca è avere un amico come d. Andrea che è stato un grande cercatore.

Grazie di avermi ascoltato.

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