Comunità e cammino parrocchiale
L’omelia di Papa Leone XIV nella Santa Messa di oggi, solennità di Pentecoste e Giubileo dei movimenti, associazioni e nuove comunità, ci ha ricordato gli interventi e le lettere che don Andrea rivolgeva alle comunità e ai gruppi inseriti nelle parrocchie a lui affidate.
Nella “Lettera pastorale n.57” scritta a Roma il 16 maggio 2000 egli si rivolgeva alla comunità parrocchiale dei santi Fabiano e Venanzio:
«Comunità di cammino parrocchiale
[La comunità] È un cammino di fede, di comunione, di disponibilità al servizio e alla missione.
I suoi pilastri sono quelli della chiesa, descritti in Atti 2,42-48
- la Parola di Dio
- la preghiera
- l’Eucarestia
- la comunione fraterna
Lo spirito è l’umiltà, la pazienza, la perseveranza nel crescere come Gesù nella famiglia di Nazareth in «età sapienza e grazia» davanti a Dio e davanti agli uomini» (Luca 2,51-52), in vista del servizio e della missione che Dio vorrà indicare a ciascuno.
La “famiglia di Nazareth” in cui crescere è la chiesa (e la comunità parrocchiale sua cellula più piccola), la “sottomissione” è la fiducia e l’obbedienza nei confronti di una chiesa “maestra e madre” dataci da Dio, personificata in Maria.
Il modello è Maria, donna dell’ascolto, dell’abbandono alla volontà di Dio, del “si” fino alla croce, della preghiera, della disponibilità missionaria. Maria è anche la madre a cui Gesù ci ha affidato («Ecco tua madre», Giovanni 19,27).
La sua caratteristica è di essere legata al carisma della parrocchia e per essa al carisma della diocesi. È un cammino quindi che procede:
- sotto la guida del parroco e del vescovo
- in sintonia e in comunione con essi
- vivendo e favorendo con essi la comunione dei carismi
- (segno visibile della comunione trinitaria)
- l’apertura missionaria all’intera parrocchia e diocesi, il servizio alla chiesa e al mondo.
I suoi momenti fondamentali sono:
- L’incontro quindicinale o settimanale sul tema dell’anno
- Il ritiro di una giornata prima di Natale, prima di Pasqua, prima o dopo Pentecoste
- Un tempo più lungo (possibilmente quindi con una o due notti insieme) alla ripresa dell’anno
- La partecipazione ai momenti fondamentali del cammino della parrocchia
[………]
Lo spirito dell’incontro è:
l’ascolto della parola,
la condivisione di essa come scambio dei doni che Dio fa a ciascuno attraverso la Parola e lo Spirito,
la comunicazione di esperienze di vita maturate dalla Parola o illuminate da essa. Tutto va fatto senza ricerca del risultato, senza giudizio, senza impazienza, senza discussione o imposizione del proprio pensiero, ma cercando i pensieri di Dio, supplicando e attendendo la luce dello Spirito, disponibili alla grazia e alla conversione.
[………]
L’Eucarestia è normalmente quella domenicale della comunità parrocchiale:
desiderata, preparata, amata, celebrata con fede, come momento massimo di incorporazione a Cristo e alla chiesa e come «culmine e fonte» di tutto il cammino di fede.
Il cammino di fede è scandito da tappe che vanno celebrate con l’Eucarestia o con un incontro di preghiera nel quale inserire un segno, una consegna, un impegno da assumere, un dono da festeggiare.
Nella comunità c’è una piccola équipe di responsabili (tra cui un responsabile capo) scelti dalla comunità e/o eletti dal parroco. Il loro scopo è:
- sostenere i fratelli e favorirne la comunione
- curare l’attuazione del cammino,
- tenere il legame con il parroco e la comunità parrocchiale.
La comunità è disponibile, in collaborazione con il parroco e con l’aiuto della grazia di Dio, ad avviare la nascita di una nuova comunità per offrire ad altri l’opportunità di un cammino di fede nella chiesa. La cosa va preparata con il consiglio e la collaborazione di tutti, con la scelta dei temi iniziali da proporre e dei fratelli che faranno da guida. Va accompagnata con la preghiera, il digiuno e la disponibilità umile a quello che Dio dispone, ricordandosi che «né chi pianta è qualcosa né chi irriga, ma Dio che fa crescere» (1 Corinzi 3,6-7) e che, come diceva Gesù, «nessuno può venire a me se non lo attira il Padre che mi ha mandato» (Giov. 6,44). Ricordandosi inoltre che solo nella debolezza e nella povertà Dio agisce e che solo Lui sceglie i suoi strumenti e li benedice. «Suo infatti è il frutto del grembo».
La comunità sosterrà con la preghiera e l’incoraggiamento ogni altra iniziativa della parrocchia, da parte di qualunque gruppo, volta a portare altri figli a Dio.»
Don Andrea Santoro, L’Anima di un Pastore, p.161.