NATALE DI DON ANDREA A BETANIA 1980 – LETTERA AI GENITORI

Betania, 11 dicembre 1980 – Anno Sabbatico in Terra Santa – Lettera ai genitori

Carissimi papà e mamma,

qui nevica, tira vento e fa freddo, ma si sta benissimo.

Io sono tornato l’altro giorno dalla Giordania. Sono stato qualche giorno sul monte Nebo, il monte dove Mosè è morto dopo aver visto da lontano la terra promessa. È stata una bellissima settimana, molto ricca.

Ora sto di nuovo a Betania fino a Natale. Farò qualche giorno di ritiro stretto, non so ancora se qui o altrove per prepararmi al Natale.

Dopo Natale andrò una settimana in Egitto e farò il viaggio fatto da Abramo, da Giuseppe (il pa­triarca), da Giacobbe e dalla sacra famiglia, con Gesù quando dovette fuggire da Erode. Andrò a ve­dere, sempre in Egitto, i luoghi dove gli ebrei furono tenuti schiavi per molti anni (la Bibbia dice 400) e il deserto dove nacque il monachesimo occidentale (S. Antonio eremita, S. Giacomo etc.).

Andrò anche a vedere al cuore tra le missioni più povere che hanno le suore Comboniane, quelle che mi ospitano.

Il cardinale mi ha risposto con una bella e affettuosa lettera, sono contento.

Mi ha detto che posso fermarmi ancora fino a gennaio.

Si è dimostrato un padre.

Vi mando questi due fogli con delle preghiere che ho trovato qui, molto belle che mi aiutano molto a pregare. Sono il mio regalo di Natale per voi. Fatele avere anche a Nella da parte mia, con tanti auguri, a Imelda e Anna Maria (forse un po’ difficili per lei).

Le suore di Amman (in Giordania) vi spediranno un bambinello come regalo di Natale da parte loro, per ringraziamento ad alcune conferenze che mi hanno chiesto e gliele ho fatto per l’Immacolata.

Vi ringrazio dei vostri consigli e delle vostre buone parole, anche Gesù aiutato da Maria e Giuseppe, cresceva in sapienza, età e grazia. Così io con voi. Grazie veramente.

Io ho fatto un’esperienza bellissima che è stata per me il Natale di quest’anno: le suore dell’ospeda­le di Amman mi hanno fatto assistere ad un parto. Ho pensato, meditato e capito tante cose. È stata come la nascita di Gesù, nel dolore e nella gioia. Era un maschietto, un bambino arabo. La mamma mi ha tenuto sempre la mano (gli abbiamo detto ch’ero un dottore): mi sembrava la Madonna. Era giovanissima, il primo figlio. Mi diceva: «Soffro tanto, ho dolore», ma poi è stata felice e io con lei: ho pensato anche a voi, a te mamma, quando siamo nati noi tre. Grazie. Vi chiedo un favore per Natale: di fare un regalo da parte mia a Paoletta (la figlia di Valeria) e a Vincenzina della parroc­chia. Non badate a spese, poi vi risarcirò al ritorno. Mi raccomando! Un bel regalino. Fate un bi­glietto e scriveteci «Con molto affetto e auguri di buon Natale. Un abbraccio, d. Andrea».

Saluti e auguri a chiunque vedete e sentite della parrocchia o vicini di casa.

Portate un dolce a Don Lauro e telefonate a don Franco.

Pregate sempre per me. Ne ho molto bisogno. Sto capendo molte cose e sento dentro di me delle cose nuove.

Vi abbraccio e vi bacio con affetto. Ciao

Buon Natale e buon capodanno

Andrea