LA SANTITA’

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TUTTI SIAMO CHIAMATI ALLA SANTITA’

COME… CHI CI INDICA LA STRADA?

Diario di Terra Santa – 27/9/1980

<<[genesi 2,9] …“Tranne l’albero della conoscenza del bene e del male”.

I criteri della vita, i valori radicali, l’esperienza ultima di ciò che è buono si fa in Dio, è possibile in Dio, che è insieme Luce-Verità-Amore, senso in sé compiuto: il “vivere pieno” che è Dio porta con sé anche il comprendere pieno, il sapere per esperienza, anzi per identità. Il peccato vero dell’uomo, quindi, non è il suo sbagliare, i suoi “peccati”, ma il suo porsi come criterio, il suo porsi come radice ultima, come possesso del vero e identità col fine. E si può “peccare” nel senso pieno del peccato o quando si pretende di elaborare la norma dell’essere e del bene, pensando di poter divenire norma di essere e di bene, fonte dell’essere e del bene, auto-essere e auto-bene, o quando si pensa di sapere già cosa è bene e cosa è male, quando si cristallizza, si immobilizza, si fissa questo bene e questo male (fariseismo/legalismo/spirito della legge/sicurezza di sé/immobilismo/chiusura dello spirito e ripiegamento soddisfatto di sé), e quindi non si è disposti ad andare oltre, a fare del bene, dell’amore, della vita, della santità, non una norma, ma un criterio, non condanna ma strada, non una cosa ma Dio stesso, Cristo come norma di vita, Dio come modello infinito, che davvero è “al di là del bene e del male”: la pretesa insomma di “conoscere il bene e il male” può essere nel proiettarsi oltre ogni limite, ponendosi come il-limitato, come assoluto, come creatore e giudice di bene e di male, come norma radicale o nel mettersi nella “norma”, nell’identificare bene e male con dei “comportamenti”. Dio è al di là del bene e del male, è davvero il conoscitore perfetto perché alla sua radice totalità e pienezza di bene, e quindi il bene alla sua sorgente abissale, il male conosciuto, per riflesso, nella sua abissalità>>.

Turchia 2002

TUTTI SANTI

<<C’è un obiettivo nella nostra vita. Questa destinazione è il paradiso. Alcuni ci aspettano in cielo: angeli, santi, la Vergine Maria che sono lì. Pertanto diciamo, “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio salvatore…” Il paradiso è lo scopo del nostro amore verso le persone e prendersi cura di loro. Quindi siamo chiamati a portare gli uomini fuori dall’inferno del peccato, della morte, della distruzione interiore, della disperazione e del dolore. Impegniamoci per questo. Diamo un’occhiata attorno. Ci sono molti tipi di inferno. Scendiamo nell’inferno delle persone, viviamo con loro e saliamo in paradiso insieme a loro. Ci salviamo salvando gli altri. Entrerà nel paradiso chi  riesce a portare in paradiso almeno una persona>>.

 

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